Cenni alla Teoria di Dow
In questo articolo: Teoria di Dow introduzione alle 6 leggi fondamentali accumulazione distribuzione e cicli
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Nel 1900 Charles Dow iniziò a pubblicare sul Wall Street Journal, giornale da lui stesso edito, una serie di studi sulla borsa americana, iniziati già nel 1884. Questi studi, dopo la sua morte vennero ripresi da vari studiosi fra cui Nelson, William Hamilton (1922) e Robert Rhea (1932) che valorizzarono e riconobbero quindi quanto fatto molto prima da colui che può essere considerato il padre dell'analisi tecnica.
Quanto di oggi esistente in termini di analisi può essere considerato come frutto di quella teoria, elaborata, strutturata e supportata da modelli statistici e procedimenti di calcolo oggi molto più moderni, anche in ragione di cambiamenti avvenuti nell'ambito economico mondiale.
Dow, assieme al suo "socio" Jones, introdusse due indici di mercato: l'Industrial Average ed il Rail Average, il primo con 12 titoli ed il secondo con 20. Oggi questi indici sono ancora vivi e sono intitolati alla memoria di Dow-Jones.
Quello che Dow osservò è che i prezzi dei titoli che partecipavano ai suoi indici tendevano a salire ed a scendere tutti all'interno di una stessa fase, ed eccezione di alcuni di essi che comunque nell'ambito di pochi giorni seguivano il trend definito dalla massa. Non ho mai letto questi articoli, ma per quello che si dice su libri che hanno ripreso quei contenuti, Dow paragonava i movimenti dei prezzi dei titolo alle maree,con un evidente parallelismo alla fisica non nuovo nel'ambito degli studi socio/economici degli inizi del '900. Gli indici da lui definiti permettevano quindi di poter operare all'interno di una tendenza definita.
I 6 punti fondamentali
La teoria di Dow può essere riassunta in alcuni punti fondamentali, che riassumo qui di seguito:
1. Il prezzo di un titolo sconta tutto2. Si individuano 3 livelli di trend: principale, secondario, terziario3. I trend primari sono definiti da tre fasi in ciclo continuo4. Gli indici devono confermarsi5. I volumi seguono i trend6. Le inversioni di trend vengono devono essere confermate da segnali di inversioneIl prezzo di un titolo sconta tuttoQuando si diffonde una novità, sia essa positiva o negativa, tutti gli operatori di borsa ed anche gli investitori si muovono di conseguenza, aggiornando immediatamente il prezzo in ragione dell'evento. Peranto il prezzo di un titolo contiene tutte le informazioni a disposizione del mercato.Trend principale, secondario, terziarioIl titolo si muove sempre all'interno di un trend principale predominante, della durata di anni. Il trend è facilmente individuabile in un grafico di lungo termine da una sequenza di massimi crescenti (trend toro) o di minimi discendenti (trend orso). Il trend secondario è invece un trend che si sviluppa all'interno del trend primario e che è in contro tendenza, ossia ribbassista nel caso di trend primario orso e viceverza. Sono trend che durano al massimo mesi e che alcuni sostengono che "ritracciano" secondo determinate proporzioni del trend principale (1/2 o 2/3). Personalmente non credo a questa determinazione statistica, nel senso che è molto difficile trovare nelle realtà delle correlazioni che rispettano queste proporzioni.Infine il trend terziario si sviluppa in linea con il trend principale e dura alcune settimane al più. Queste fluttuazioni correttive possono essere originate da grossi operatori nel tenativo di anticipare i movimenti secondari ed hanno un comportamento estremamente imprevedibile.
Dow consigliava di muoversi all'interno del trend principale od al più del trend secondario.
I trend primari sono definiti da tre fasi in ciclo continuoPer questa discussione rimando alla sezione "cicli" in fondo alla pagina, dove vengono discusse le tre fasi, accumulazione, trend e distribuzione con la conseguente evoluzione dei prezzi (stabile, crescita, esplosione e crollo). Mi preme ricordare che alcuni individuano 5 cicli anzichè 3, introducendo della fasi intermedie (es riaccumulazione) che a mio avviso generano una maggiore complessità del modello nel tentativo di avvicinare la realtà a questa semplice teoria delle 3 fasi.
E' evidente che le tre fasi debbano essere intese in modo flessibile e non estremamente rigoroso, causa la presenza di dinamiche molto complesse difficilmente rappresentabili con precisione da una teoria fatta di parole.
Gli indici devono confermarsiDow si riferiva ai due indici da lui definiti, che per loro natura (industria e ferrovia), devono comunque rispecchiare momenti di forze e debolezza in modo correlato. Nel caso in questione, l'indice ferroviario avrebbe dovuto confermare sempre quelle che sono le anticipazioni di trend dell'indice industriale. In mancanza di queste conferme i trend di un indice non possono essere considerati tali.I volumi seguono i trendCome si dice in gergo "i volumi si espandono nella direzione del trend".
Questo significa che in una fase di trend toro il volume cresce al crescere dei prezzo e descresce alla discesa dei prezzi. Viceverza in una fase orso le vendite aumentano al diminuire dei prezzi mentre diminuiscono al salire dei prezzi. Questa teoria è particolarmente importante, anche oggi, per confermare le tendenze di mercato, visto che l'analisi dei volumi è uno degli indicatori principali con cui analizzare i movimenti dei prezzi. In pratica si cerca di confermare un trend attraverso lo studio dei volumi come primo indicatore di attendibilità di una fase di ascesa/discesa dei prezzi. Quando questa tendenza non è confermata dai volumi si tende a pensare ad una fase laterale del mercato, quindi poco attendibile causa lo scarso riconoscimento del mercato agli eventi di salita/discesa dei prezzi. Le inversioni di trend vengono devono essere confermate da segnali di inversione