Volumi, Accumulazione e Distribuzione
In questo articolo: Analisi dei volumi nella analisi grafica definizione ed operatività teorica con i segnali dei volumi
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L'analisi dei volumi che accompagano il prezzi di un titolo rappresenta un elemento di primaria importanza nell'ambito della analisi e previsione dei movimenti azionari, anche se le dinamiche del mercato moderno rendono sempre più difficile una lettura univoca dei volumi utilizzando le vecchie formulazioni teoriche. La teorie più classiche come Dow, Elliott e Gann e l'osservazione delle serie storiche dimostrano, o meglio dimostravano, che i titoli azionari seguono fasi di accumulazione e distribuzione dei prodotti finanziari.
Nell'ipotesi più semplice l'accumulazione dei titoli precede la fase di trend rialzista dei prezzi, mentre la fase di distribuzione inizia durante la fase di trend per poi terminare con una forte scesa dei prezzi. Di qui il ciclo riparte. Modelli più complessi prevedono la presenza di fasi di riaccumulazione e ridistribuzione intermedie, ma quello che conta è la logica che sovraintende la lettura dei rapporti fra prezzi e volumi.
A dire il vero nei mercati finanziari moderni il metodo per accumulare e distribuire titoli sembra è maggiormente complesso ed al sottoscritto non completamente chiaro. E' certo che sono utilizzate anche macchine software, le High Frequence Trading (HFT), per regolare il numero di pezzi da acquistare o da riacquistare o da vendere con un sistema automatico, ossia basato su piattaforma informatica. Ed è altrettanto chiaro che in alcuni casi i razionali che sono alla base sono di natura diversa dalla posizione sul prodotto finanziario, come nei casi in cui venga pompato un titolo a peso elavato sul paniere per muovere il derivato a rialzo, sempre e solo a fini manipolativi di stop loss sul derivato. Tuttavia le modalità tecniche della accumulazione/distribuzione non mi sono completamente chiare ,fermo restando che lo sono gli algoritmi utilizzati dal software.Quanto segue quindi vuole essere solo un'introduzione a fenomeni sui volumi secondo le migliori trattazioni presenti in letteratura e noncomprensiva delle dinamiche moderne tipo High Frequence Trading (che ricordo sono utilizzate soprattutto per altri scopi).
E' importante avere coscenza che la domanda e l'offerta viene "fatta" dalle mani forti, ossia da soggetti istituzionali che riescono ad investire capitale molto significativo rispetto al flottante di un titolo (azioni disponibili sul mercato). Essi regolano i volumi di domanda e offerta definendo loro stessi quelli che sono i trend del titolo, mentre gli investitori di massa (definiti buoi) possono limitarsi a contribuire a dei cicli a meno di azioni di massa in circostanze legate ad eventi straordinari.
In un mercato caratterizzato da forte liquidità e dalle leggi di domanda/offerta il comportamento dei prezzi assume le solite caratteristiche:
- quando la domanda di un bene supera l'offerta i prezzi salgono
- quando l'offerta supera la domanda i prezzi scendono
- in caso di sostanziale parità i prezzi rimangono relativamente fermi.
L'analisi dei volumi è tesa a riconoscere l'affadabilità di un movimento, la sua forza, e dunque la probabile evoluzione dei prezzi. Questa analisi non è certamente cosa facile e talvolta richiede una sorta di estro che può acquisirsi con esperienza e lunga osservazione. Innanzitutto c'è da chiarire che i volumi indicano solo gli scambi eseguiti. I concetto di scambio permette di misurare i passaggi di azioni, ossia di misurare quante vendite (lettera) e dunque quanti corrispondenti acquisti (denaro) ci siano stati ad un determinato prezzo. In questa ottica non ha alcun senso parlare di vendite o di acquisti dalla lettura dei volumi. Piuttosto sono i rapporti prezzo/volume che vanno analizzati. Di per se, infatti, dire che i volumi sono stati elevati non significa che qualcuno abbia venduto (o comprato) molto, ma solo che che molti hanno venduto ma altrettanti dall'altro versante hanno anche comprato.
Le regole invece che si sono consolidate, sulla base del principio di domanda/offerta e della presenza delle "mani forti" sono riassumibili in vari modi. Questo è un modo molto semplice che contiene in se gran parte delle casistiche per analizzare i punti significativi di un grafico prezzi/volumi.
Regola 1: i volumi devono confermare i cambi di Trend
A fronte di un movimento di prezzi molto significativo, i volumi devono subire una crescita altrettanto significativa affinchè il trend sia affidabile.
- Se i prezzi subiscono una notevole crescita (dunque l'offerta viene sempre compensata da una domanda) ed i volumi sono alti, il trend è molto affidabile poichè ci sono molti acquirenti. In pratica "c'è mercato" per un titolo a quei valori di prezzo, in un clima di fiducia molto esteso.
- Di contro se i prezzi subiscono una notevole crescita (dunque l'offerta viene sempre compensata da una domanda) ma i volumi sono bassi, il trend è poco affidabile poichè la domanda è scarsa. Pur venendo compensata ed addirittura superata, la lettera alta non produce un movimento di denaro significativo. In pratica c'è mercato per quei prezzi ma senza aspettative affidabili poichè mancano certezze sui futuri acquirenti.
Per i trend negativi le cose sono leggermente differenti e maggiormente ambigue, poichè può mancare un elemento importante che è quello della domanda. Si possono generare meccansimi di panico laddove l'offerta non risquota adesioni di acquisto. E' la fase di panico, descritta idealmente della onda C di Elliott (su un ciclo rialzista) o dai fenomeni di crash dei mercati frattali. In via teorica/razionale:
- se i prezzi subiscono una notevole decrescita ed i volumi sono alti, il segnale ribassista è molto affidabile.
- se i prezzi subiscono una notevole decrescita ma i volumi sono bassi, il segnale ribassista è meno affidabile del precedente giacchè solo pochi investitori hanno deciso di liquidare le proprie posizioni eseguendo notevoli ribassi. Alcuni sono in fase di "hold", pronti a liquidare le posizioni.
In conclusione:
Movimento | Volumi | Segnale |
Positivo | Alti | Buy |
Positivo | Bassi | - |
Negativo | Alti | Sell |
Negativo | Bassi | - |
Segnali suggeriti dai volumi su un cambio di trend
Regola 2. Concordanza Prezzo/Volumi all'interno di un Trend
Si parla di concordanza fra prezzo e volumi quando:
- per una salita dei prezzi, i volumi sono crescenti (o sopra la media del titolo)
- per un flessione dei prezzi, i volumi sono decrescenti (o sotto la media del titolo)
Si parla di divergenza Prezzo/Volumi quando i comportamenti sono opposti a questi.
Come regola generale e di notevole rilievo si ritiene che quando all'interno di un trend ci sia concordanza Prezzo/Volumi, il trend sia molto affidabile e dunque possa persistere nel futuro.
E' evidente che se in un trend crescente i volumi sono alti, il trend è molto affidabile poichè c'è chi acquista certo di ritornare degli investimenti nel futuro. In alcuni casi sono proprio le mani forti che accumulano/riaccumulano in attesa di un trend forte. Se il volume diminuisce ci si aspetta una prossima inversione del trend, poichè manca la forza caratterizzante un trend. Dunque il paragone vuole essere quello di volume=forza.
Similmente in un trend decrescente se i volumi sono bassi, il trend è ancora molto affidabile poichè mancano acquirenti significativi per pensare di ritornare degli investimenti in un tempo breve. Questo contraddice solo apparentemente la regola precedente, poichè qui si sta parlando di un trend e non di una osservazione specifica. Se il volume aumenta in un trend negativo, dunque nell'ambito di un periodo, ci si aspetta una prossima inversione del trend, poichè le mani forti stanno accumulando titoli. Dunque trend negativo con pochi scambi (rispetto alla media) equivale a distribuzione, trend negativo con alti scambi equivale ad accumulazione.
In conclusione:
Trend in atto | Volumi | Segnale |
Positivo | Alti | Trend affidabile |
Positivo | Bassi | Trend non affidabile |
Negativo | Alti | Trend non affidabile |
Negativo | Bassi | Trend affidabile |
Segnali di inversione di Trend dalla divergenza Volumi/Prezzo
Regola 3. Figure caratteristiche di inversione
Ci sono alcune figure nel grafici sovraposti prezzi/tempo e volume/tempo che sono molto significative come segnale di inversione.
- Volumi descrecenti in prossimità di un massimo. In pratica se dopo un lungo o forte trend positivo i volumi descrescono ci si aspetta una inversione del trend, come risultato della mancanza di domanda.
- Volumi sostentuti in prossimità di un massimo. Alla fine di un trend positivo i prezzi rimangono sostanzialmente stabili, ma i volumi crescono notevolemente. E' chiaro che c'è una forte distribuzione dei titoli, senza nessun guadagno significativo nel chiaro tentativo di lasciare il cerino in mano agli altri. Talvolta in questi casi il volume di scambio supera addirittura il flottante, dunque tutte le azioni di quel titolo disponibili sul mercato cambiano di mano addirittura più volta nel corso di una sessione. Il risultato è un successivo crollo dei titoli. E' una figura molto caratteristica da trovare successivamente ad un massimo assoluto.
- Volumi di picco in prossimità di un minimo. Alla fine di un trend negativo i prezzi rimangono sostanzialmente stabili, ma i volumi crescono notevolmente. Questa divergenza prezzi/volumi indica una accumulazione che preannuncia una fase di inversione al rialzo, giacchè c'è una forte massa in acquisto che, in ottica di trend ribassista superato, viene spiegata con un prossimo cambio di trend.
In conclusione:
Trend in atto | Volumi | Segnale |
Positivo sui Massimi | Decrescenti | Sell |
Positivo - prezzi stabili | Alti | Sell |
Negativo Sui Minimi | Alti | Buy |
Negativo - Prezzi stabili | Crescenti | Buy |
Segnali di inversione di Trend dalla divergenza Volumi/Prezzo
Falsi segnali
Le regole di inversione talvolta vengono infrante per mal interpretazione del concetto di "prossimità di massimo" o di minimo. Per poter chiamare una quota come massimo o minimo serve infatti la conferma dei successivi close.
Mentre la regola che "i volumi devono confermare" è oggettiva, nel senso che a fronte di un evento (la chiusura del titolo) lo si analizza a posteriori, la previsione di inversione prevede l'ipotesi di trovarsi in un massimo o minimo. Solitamente questi valori si associano alle resistenze e supporti, ma di fatto quando si rompe una resistenza con alti volumi non si è affatto in regola 3.2, poichè la resistenza non rappresenta il massimo, che verrà evidentemente dopo.